23/01/16

Lettera dai seminaristi

Carissime comunità di S. ANDREA, S. ANTONINO e S. BONAVENTURA,
noi seminaristi ed educatori del Seminario maggiore, insieme alle Collaboratrici apostoliche diocesane, siamo contenti di scrivervi per ringraziarvi dell’accoglienza ricevuta nei giorni della Missione giovani e raccontarvi ciò che portiamo nel cuore da quell’esperienza, consapevoli che queste parole saranno sempre insufficienti per dire tutto.
Il mese scorso, in occasione dell’inizio del Giubileo straordinario della Misericordia, sono state aperte le porte di numerose basiliche in tutto il mondo. Il gesto solenne è stato spesso preceduto dalla proclamazione delle seguenti parole: “Questa è la porta del Signore”.
Siamo sicuri di non sbagliare, dicendo che la Missione giovani è stata per noi “porta del Signore”. Abbiamo ancora in mente tutte le “porte sante” che ci sono state aperte in quei giorni e che abbiamo oltrepassato: porte delle chiese e delle canoniche, dei centri parrocchiali e delle scuole, delle case e degli autobus, del capannone della sagra e del palazzetto dello sport.
Con queste righe vorremmo rivolgerci a tutte le persone che abbiamo incontrato oltrepassando queste porte.


A voi don ALBERTO, don MIRCO, don SANDRO e don SILVANO vorremmo esprimere la nostra gratitudine per aver pensato di far incontrare il Seminario e le Collaboratrici con le vostre parrocchie, come opportunità di arricchimento reciproco. Nei giorni della Missione ci avete accolto, ci siete stati vicini e avete anche condiviso un po’ delle gioie e delle fatiche del vostro ministero. Ci ha fatto bene incontrare preti che con semplicità seguono il Signore e che cercano di crescere nel confronto e nella stima reciproca. Il nostro augurio è che il vostro affiatamento possa essere testimonianza contagiosa per le persone che accompagnate.
A tutti voi, membri dei CONSIGLI PASTORALI, vogliamo dire che siete stati coraggiosi. Vi siete trovati insieme per interrogarvi sulla realtà giovanile del vostro territorio; vi siete lasciati provocare dalla proposta della Missione e dopo aver fatto un discernimento su di essa, l’avete accolta guardando al bene delle tre comunità. In tutti questi passaggi noi vediamo la presenza dello Spirito che smuove i cuori e apre strade nuove di comunione. L’importante è che ciascuno di voi si senta chiamato a coinvolgere le persone della propria comunità, incoraggiandole con l’esempio a muovere nuovi passi insieme.
Voi componenti delle COMMISSIONI liturgia, eventi, giovani, giovanissimi e comunicazione, vi siete messi in gioco personalmente nella preparazione della Missione. Fin dall’inizio, oltre ai seminaristi e alle Collaboratrici, in ogni gruppo si è cercato di coinvolgere alcuni rappresentanti delle tre comunità. Sicuramente è stata un’opportunità di conoscenza reciproca e dialogo, ma in questa fase abbiamo sperimentato anche la fatica di armonizzare le diverse prospettive e il numero delle persone coinvolte non sempre ha aiutato. Possiamo dire, però, che è stata una piccola “palestra” di collaborazione dove ci siamo esercitati nel dialogo e nell’accoglienza dell’altro, nel discernimento e nella generosità. Crediamo che questi atteggiamenti saprete viverli anche nella quotidianità della vostra vita parrocchiale.
Tutti voi, GIOVANI, con la vostra presenza, avete reso speciale quest’esperienza. Nei giorni della Missione ci siamo contagiati a vicenda con l’entusiasmo e l’impegno. Desideravamo incontrarvi e dedicarvi del tempo, e ci siamo riusciti soprattutto nelle occasioni più gratuite. Ci sono stati momenti di questa Missione vissuta insieme a voi che non scorderemo: alcuni perché veramente unici, come la “Color Run” e l’eucaristia finale all’Olof Palme, altri perché più intimi e personali, come la veglia di preghiera, i cenacoli e i dialoghi a tu per tu. Le vostre comunità possono dirsi fortunate, nel vedere giovani che insieme riflettono, decidono, lavorano, mettono a disposizione le proprie capacità… Noi siamo stati colpiti dal vostro desiderio di stare con il Signore nella preghiera e di approfondire con il confronto la vostra fede. Siamo sicuri continuerete a coltivare questa ricerca nelle vostre comunità, regalandovi dei momenti appropriati anche per farlo insieme. In fase di verifica della Missione, ci siamo accorti di non essere riusciti ad incontrare i giovani più “lontani” e ci auguriamo che questo pensiero resti a tutti come provocazione a non sedersi, a tenere un occhio sempre rivolto a chi non è del solito giro.
Possiamo dire di esserci sentiti “a casa” con voi, FAMIGLIE che ci avete ospitati. Ci ha commosso la generosità che avete usato nei nostri confronti. Non siamo stati semplici ospiti, perché ci avete fatto entrare nella vostra quotidianità, condividendo non solo i pasti ma anche le vostre gioie e preoccupazioni, curiosità e dubbi. Attorno alla tavola noi abbiamo gustato la bellezza delle relazioni, ma anche aperto il cuore raccontandovi le nostre storie. Anche se lontani, restiamo in contatto!
Mentre vi stavamo scrivendo, ci è venuto in mente che abbiamo scordato una porta speciale, quella presente nel brano del vangelo che ci ha accompagnato durante la Missione. Infatti, altrettanto “santa” è stata la porta della casa di Zaccheo, che si è spalancata all’invito di Gesù – “Oggi devo fermarmi a casa tua” – e ha permesso alla misericordia di toccare la vita del ricco pubblicano.
In riferimento a questo episodio evangelico e visto l’Anno Santo che stiamo vivendo, vorremmo riprendere le parole di papa Francesco nell’omelia dell’8 dicembre scorso, come augurio per tutti voi:
Questo Anno Straordinario è anch’esso dono di grazia. Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente. È Lui che ci cerca! È Lui che ci viene incontro!”.
È bello sapere che l’esperienza della Missione giovani ha fatto nascere un legame forte tra le vostre parrocchie, il Seminario e le Collaboratrici. Ci sentiamo ricordati e anche noi vi accompagniamo.
Buon cammino!
le collaboratrici, i seminaristi e gli educatori

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